mercoledì 30 marzo 2016

Easter Holidays - Chi non muore si rivede




Sono passati troppi giorni dal mio ultimo post e, devo dire, di essermi quasi spaventata per il senso di abitudine che stavo sviluppando verso il non scrivere. L'indifferenza è la peggior delle malattie. Per questo mi sono spinta con tutte le mie forze a riaprire il pc e ricominciare a battere sui tasti. Come andare in bicicletta, come nuotare, scrivere è una di quelle abilità che non si scordano, se lo ami, se ti appartiene. La mia lunga assenza è dovuta, neanche a dirlo, all'università: quell'universo/buco nero che quando inizia, ti ingoia nei suoi orari e nelle sue scadenze, privandoti del tempo e della voglia di fare altro. A parte guardare la tv e ingrassare. Ma la crisi è passata, le consegne sono state inviate e adesso, nel mio limbo di attesa per i risultati, posso ritagliarmi il tempo per tornare a fare altro, tipo avere una vita. Ovviamente fino al rientro dalla pausa primaverile.

In questo lunghissimo lasso temporale sono successe fin troppe cose: ho compito 22 anni, ho fatto la domanda per la tesi (sempre che si superi quest'anno...) e sono tornata a casa per la pausa di Primavera. E questo è bellissimo perché a) la primavera è bellissima, b) è la stagione più rosa di tutte e c) era tempo che l'esilio finisse. E con questo dirò la cosa più stereotipata in assoluto, quindi preparatevi tutti (ma tutti chi poi non si è ancora capito): vivere all'estero ti fa apprezzare casa tua molto, ma molto di più. 

Wow, che luminare.

Però è così e non ci si accorge fino a che punto ci manchi casa e sia un luogo bellissimo finquando non si passano mesi di assoluta lontananza da tutto ciò che è familiare. Pregi e difetti, che prima magari sapevi, capivi, ma passavano inosservati nella tua mente distratta di cittadina quotidiana, assumono contorni più delineati e definiti. Una volta rimesso piede sulle "sacre sponde" non di Zacinto, ma di casa mia, mi ritrovo sempre ad osservare curiosa una fauna e una flora, prima scontate, adesso sorprendenti. Camminare per le vie della città è come fare un safari e sedersi in un caffè, no studio antropologico. Ho la grande fortuna di vivere in una città considerata un gioiello mondiale, ma finché ci stavo immersa, tra venditori ambulanti, autobus in ritardo e ragazzini che uscivano da scuola, ero più impegnata a odiare il Mondo, piuttosto che a guardarmi veramente intorno. Ma poi vai via, vivi nella grigia Inghilterra e i 40°C all'ombra di Giugno, l'Arno e i suoi topastri magari un po' ti mancano, perché come dice Pieraccioni "d'altra parte tutti i posti c'hanno un su'arredamento". 

Negozio "Il Papiro", Via Cavour, Firenze
Una volta tornati, quindi, ogni scusa è buona per andarsene a zonzo e trascinare chiunque per le vie del centro, per mischiarsi ai turisti e deviare nelle stradine più isolate, fare shopping nei tuoi negozi e ristabilire l'ordine mentale.Il ritorno per Pasqua è un ritorno al sole e alla Vitamina D, agli abiti leggeri e alle abitudini ormai sbiadite. Queste giornate sono state esattamente così, spesi tra esplorazione di casa propria e incontro con i cambiamenti inevitabili, complici della tua assenza. Le vetrine a colori pastello e i turisti entusiasti sono stati la costante di tutte le giornata e l'aria fresca primaverile mi ha dato il suo silenzioso bentornato a casa. 
Girando per il centro e dintorni sono tornata in posti amici e ho visto luoghi nuovi, che conoscevo per sentito dire. Le vie intorno a Duomo e i negozi poco dopo il Mercato di San Lorenzo e le colline intorno a casa sono state i teatri del mio girovagare. Sono sprofondata nei cappotti intrisi di storie del Melrose Vintage Store (Via de' Ginori 18r, pagina facebook qui), provandomi i cappelli con la veletta e piangendo su quelle borse incredibili. Uno dei negozi vinte più belli di Firenze, a mio parere, di stampo londinese per il genere di merce. Ho preso un tè alla Ménagère, subito accanto, circondata dal profumo dei fiori, delle paste e del caffè (sito!). Ci sono stata dopo aver visto mille foto instagram e aver letto recensioni tutte positive. Ho sbirciato le vetrine di negozi storici e non. 50% turista, 50% figlia della mia città. Ho ripreso a are foto, a leggere e a camminare senza la frenesia del ritardo per le lezioni. E tra un pranzo pasquale e una gita di Pasquetta, ho fotografato, composto ai mercatini e finalmente mi sono presa una pausa. Ho instagrammato qualsiasi cosa e, finalmente ho ristabilito il mio equilibrio con il resto del Mondo. 
La Ménagère, via de' Ginori




M.